Si è svolto lo scorso giovedì, 12 genaio 2017 a Ponte a Elsa,l’ormai abituale incontro di inizio anno organizzato dal settore arbitrale della Lega Calcio di Empoli. Incontro che ha visto ancora una volta la graditissima e preziosa presenza di Riccardo Pinzani, nostro concittadino e ormai affermato abitro di Serie A. Incontro che ha avuto modo di realizzarsi grazie alla fattiva collaborazione della Lega Calcio empolese e degli organi federali dell’AIA che hanno concesso gentilmente l’opportunità a Pinzani di fare da relatore in una serata dove i temi trattati sono stati davvero interessanti.

L’argomento che fa, non solo da cornice ma  principe della serata é stato quello relativo alla comunicazione. Pinzani ha trattato i diversi aspetti legati alla comunicazione che un direttore di gara é tenuto a valutare. Così, come nella vita quotidiana di tutti noi, certi atteggiamenti e comportamenti vanno di riflesso riconosiuti anche sul campo di gioco che diventa il luogo di lavoro per tutti gli addetti.

Un buon arbitro per farsi capire deve sapere comunicare

Quanto risulta importante farsi capire?
Quali sono gli strumenti per instaurare un rapporto di fiducia e cordialità durante una gara?

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Riccardo Pinzani durante il suo intervento

Un direttore di gara deve conquistare la fiducia di giocatori e di chi ruota intorno al rettangolo di gioco. E’ opportuno marcare la propria autorevolezza in modo da poter operare nel miglior modo possibile e garantire equilibrio, sostanza e soprattutto divertimento. Il prodotto finale, l’esito ultimo di una prestazione arbitrale é legata fondamentalmente all’atteggiamento, alla comunicazione e non certo solo all’aspetto tecnico.
Farsi capire non implica un utilizzo esclusivo delle parole, anche, ma soprattutto di come queste parole vengono utilizzate, dal modo in cui la voce stessa indirizza e trasferisce il messaggio. Fondamentale, come ci insegnano i maestri dela comunicazione é il linguaggio non verbale, quello fatto sostanzialmente dalla postura, dallo sguardo, dall’abbigliamento e da quegli aspetti apparentemente nascosti che incidono per piu del 50% sull’efficacia della nostra comunicazione.

La sala di Ponte a Elsa che ha ospitato l’evento era gremita, tutti i diriettori di gara della Lega empolese e anche qualche ospite di altri comitati hanno interagito con grande interesse e non sono mancate domande per Pinzani.

E’ stato un incontro decisamente costruttivo dove la giacchetta nera empolese ha marcato l’importanza del farsi accettare. Un direttore di gara, fondamentalmente, attraverso un utilizzo comunicativo efficace deve farsi accettare e per fare questo deve avere grande predisposizione nell’accettare gli altri.

Pinzani ha parlato e si é soffermato anche sull’aspetto della preparazione. Preparazione non solo tecnica, preparazione alla gara, ovvero, conoscere gli aspetti contestuali della gara che si appresta a dirigere, le condizioni di classifica, l’ambiente, un minimo di storia recente delle due compagni, tutti aspetti che se conosciuti contribuiscono a rendere l’impegno più facile, senza false prevenzioni e con attenzione. Aspetti che le squadre in campo percepiscono garantendo un fattiva collaborazione e contribuendo di conseguenza ad alzare la stima verso il direttore di gara.

Pinzani ha ribadito più volte nel suo intervento il concetto di divertimento. Un arbitro, come un giocatore scende in campo per divertirsi e far divertire. E a questo punto, sottolinea lo stesso Pinzani, é opportuno anche farsi sempre un esame di coscenza alla fine di ogni gara. Bisogna sempre domandarsi se la gara ha soddisfatto le attese personali, se l’umore che si respira a fine gara é quello giusto, se tutto è andato come doveva oppure se ci sono aspetti che non hanno funzionato e quali sono. Quindi  cercare di dare delle risposte, valutare e porre un’auto analisi attenta. Il tutto per fornire una prestazione migliore la volta successiva, per garantire un risultato sempre all’altezza e di conseguenza far crescere la propria autostima e la percezione che gli altri hanno nei confronti del direttore di gara stesso.

Decisamente argomenti interessanti quelli che ha trattto il Sig. Pinzani. E’ inutile soffermarsi che la comunicazione é il dirigibilie o la bussola di ogni individuo. Non importa il mestiere che si é scelti di svolgere nel periodo di permanenza terrena. Non importa quanto tecnicamente si é preparati. Ciò che importa é come le nostre conoscenze le applichiamo e come le mostriamo agli occhi del prossimo. Crediamo che un buon arbitro non sia quello che conosce il regolamento a memoria o quello che conosce qualche regola in più rispetto ad un atleta.
Un buon arbitro, come un buon calciatore, un buon cuoco, un buon carpentiere o qualsiasi altro professioniista é colui che le cose le deve SAPERE, SAPER FARE e FAR SAPERE.

E far sapere significa farlo sapere agli altri, attraverso il proprio modo di comunicare, attraverso la grande capacità e propensione all’ASCOLTO. Non possiamo pretendere di diventare grandi arbitri o grandi professionisti se non abbiamo predisposizione ad ascoltare il prossimo. Dietro un ascolto attivo, quello fatto con il cuore si nascondono i più grandi segreti per una comunicazione vincente.

A nostro avviso questo tipo di iniziative andrebbero ripetute con frequenza. Sono momenti di assoluta crescita, non solo per la classe arbitrale ma per tutto l’ambiente. Gli incontri finalizati alla crescita in un specifico ambito aiutano decisamente anche tutto il sistema. Forse sarebbe opportuno che anche le società di calcio dedicassero qualche minuto al mese nei propri spogliatoi per assaporare l’essenza e la bellezza della comunicazione. Senza ombra di dubbio un utilizzo efficace del modo di comunicare può diventare il vero dodicesimo in campo.

Di admin

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