Un sistema è fatto da una serie di azioni, più o meno importanti, che producono risultati.

E creare un sistema non è alla portata di tutti. Solo di pochi Professionisti. Uno di questi è Filippo Martini.

Il “Generale” stratega. Fine conoscitore della materia che mastica, che pratica e che dona. E’ quasi chirurgico nel suo incantare, prima lo spogliatoio, e poi coloro che ne ammirano le vincenti gesta, e sono in molti.
Quasi chirurgico perché in quanto umano, in quanto Pippo Martini, si riserva di utilizzare e somministrare con saggezza quella importante dose di fantasia ed estro che lo ergono ad icona del Mondo Maggiore.

Il Generale ha creato un sistema che va oltre l’aspetto puramente tattico, quello che fa di lui, con ogni probabilità, la massima espressione di sapienza in tema di tatticismo. E’ vero che nella notte del Tempio si è calato ad algoritmo. Davvero ineccepibile la sua condotta tattica. Ha preparato la gara in maniera certosina, ha studiato prima le risorse a sua disposizione, e intorno a queste ha costruito un solo pensiero. Successivamente si è dedicato agli avversari, ne ha studiato ciò che di necessario serviva e poi nello scacchiere verde del Carlo Castellani ha dato vita ad un susseguirsi di mosse incontaminate e soprattutto insindacabili che gli sono valse il trionfo.

Ma il Tempio del Viale delle Olimpiadi è stato solo il palcoscenico finale, l’ultimo atto di un’opera che ha le sue origini altrove e qualche tempo prima.
E’ questo il vero sistema che ha generato Pippo Martini. Un lavoro impeccabile sugli uomini. A cominciare dal rispetto e dalla solidità che ha contribuito a fortificare la già collaudata società gialloblù. Il Generale ci ha messo tanto del suo per far si che la società isolana fortificasse la sua leadership. (Non si vincono per caso 3 campionati in 6 anni).
Ha sempre messo al posto giusto i meriti di ognuno e soprattutto mai negato le sue responsabilità. Ha dato a Cesare ciò che è di Cesare, attribuendo quel valore assoluto e aggiunto che ha rappresentato e rappresenta per lui il suo “secondo” Paolo Barnini, del quale non dimentica mai di citare e per il quale nutre una stima inossidabile.

Pippo sa dove può arrivare lui e quanto possono esprimere tutte le sue risorse. Ogni rappresentante del suo spogliatoio è stato messo in grado di dare e di fare il massimo. Non glielo ha imposto il Generale, glielo ha suggerito Filippo Martini.
Così come fa del campo un luogo di rispetto assoluto per il prossimo.
E questo è stato di grande insegnamento  per tutto il suo gruppo.
Le parole a fine gara di Pippo sono la testimonianza di una condotta e di una visione oltre le righe del calcio fine a se stesso. Pippo Martini non ha nascosto davanti alle telecamere che i suoi avversari avessero dato qualcosa in più, ha ammesso che la dea bendata nella circostanza ha accarezzato con più sostanza le casacche bianche rispetto a quelle rosse, ha sottolineato la forza e la caratura di chi gli ha conteso il titolo per 80 e passa minuti.

E per questo che si è vincenti ed è per questo che al Castellani ti puoi giocare il tuo algoritmo.

Di admin

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